07 Maggio 2023 | Notizie

Decreto lavoro pubblicato in gu, salta raddoppio sgravi colf. al via il "supporto" per l'attivazione al lavoro

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Il Decreto Lavoro ha fatto il suo esordio in Gazzetta Ufficiale il 5 maggio scorso. Confermate diverse novità preannunciate dalla bozza, ma non la misura di supporto per colf e badanti. Si punta alla riduzione della pressione fiscale

Il Decreto Lavoro ha fatto il suo esordio in Gazzetta Ufficiale il 5 maggio scorso. Confermata la maggior parte delle novità preannunciate dalla bozza, ad eccezione della misura di supporto per colf e badanti, che prevedeva il raddoppio del limite di deducibilità dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter. La misura ha dovuto fare i conti con il nodo coperture. Mentre la dotazione del Fondo per la riduzione della pressione fiscale si incrementa di 4,064 miliardi per il 2024. 

DECRETO LAVORO, SALTA IL RADDOPPIO DEGLI SGRAVI PER COLF E BADANTI

 Gli annunci sbandierati nelle settimane precedenti prevedevano uno sgravio Irpef fino a 3 mila euro, per supportare le famiglie nella cura di bambini, anziani e non autosufficienti. Non solo alla luce dell'importante inflazione che si è abbattuta su famiglie e imprese, ma anche come segnale tangibile di affiancamento a due questioni dirimenti: il crollo della natalità dovuto anche alle difficoltà di conciliare famiglia e lavoro, e i bisogni di una fetta di popolazione anziana o non autosufficiente che necessita di assistenza cure.  

Il testo licenziato dalla Gazzetta Ufficiale, intanto, si compone di 45 articoli. Il provvedimento prevede il taglio del cuneo fino a 7 punti per i redditi più bassi da luglio a dicembre, bonus aziendali- inclusi i rimborsi per le bollette- non tassati fino ai 3 mila per i lavoratori con figli. Dal 1 gennaio 2024 finisce il Reddito di Cittadinanza ed esordisce l'Assegno di inclusione per le famiglie con disabili, minori o ultra-sessantenni. Invece già a settembre parte lo strumento di attivazione al lavoro con la formazione, e si annuncia una maggiore flessibilità per i contratti a termine, oltre che un tetto più alto ai voucher per congressi, fiere e parchi divertimento. 

DECRETO LAVORO, L'ASSEGNO DI INCLUSIONE STIMA 733 MILA NUCLEI BENEFICIARI PER IL 2024 

La relazione tecnica al Decreto Lavoro stima in 733 mila i nuclei beneficiari dell’Assegno di inclusione, il nuovo strumento che sostituirà dal 2024 il Reddito di cittadinanza, per un costo stimato per il prossimo anno in 5,487 miliardi. Ma il dato più interessante arriva per la stima decennale, ovvero fino al 2033, quando il nucleo degli beneficiari si attesterà ipoteticamente a 808 mila per un costo 6,053 miliardi. La quantificazione illustrata dalla relazione deriva da un'analisi dei tassi di ingresso e uscita sperimentati nell'analisi dell'andamento dei nuclei percettori del Reddito di cittadinanza e delle variabili demografiche. 

IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE E LAVORO DOVRA' RISPONDERE AL MISMATCH CON 80 MILA ASSUNZIONI NEL 2024 

Alla luce dei dati elaborati dalla relazione tecnica, le manovre del Governo dovranno concentrarsi sull'attivazione al lavoro, per colmare il divario tra domanda e offerta e di lavoro. Con il Supporto, la piattaforma che farà il suo esordio a settembre, si prevede un numero di assunzioni pari a 18 mila l’anno per i contratti a tempo indeterminato e 47 mila l’anno per i contratti a tempo determinato e stagionali, con un costo per l’esonero contributivo previsto che va da 78,3 milioni nel 2024 a 119,4 milioni nel 2033.

Il Supporto per la formazione e il lavoro riguarderà 175 mila beneficiari nel 2023 (per una spesa di 112,5 milioni), che saliranno a 322 mila il prossimo anno (costo 1,354 miliardi). La relazione tecnica allegata al Decreto stima infine una progressiva flessione dal 2025 (284 mila beneficiari) al 2033 (133 mila). Per calcolare gli oneri dell'esonero contributivo previsto per chi assume percettori del ’Supporto’, si ipotizza, nel 2024, un numero di assunzioni pari a 25 mila per i contratti a tempo indeterminato e 55 mila per i contratti a tempo determinato e stagionali, che dal 2025 diventano seimila e 13 mila rispettivamente. 


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