Disco verde al ddl anziani, ora impegno economico per rafforzare assistenza domiciliare e sostegni
L'Italia è il secondo Paese più anziano dopo il Giappone ma non si è ancora dotato di una politica strutturale a riguardo. La riforma del 21 marzo scorso riguarda oltre 10 milioni di persone tra anziani, familiari e operatori
Sarà la prossima legge di Bilancio a stabilire se e quante risorse economiche dedicare. La spesa pubblica per l'assistenza agli anziani è decisamente inadeguata nel nostro Paese, per questo corre ai ripari il Pnrr.
Infatti la riforma è stata inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza grazie alla pressione delle 57 organizzazioni riunite nel Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza. Ma era ben chiaro che la legge inizialmente sarebbe partita senza fondi aggiuntivi.
DDL ANZIANI, COSA PREVEDE LA RIFORMA
Il Ddl contiene l'impianto complessivo della riforma: la traduzione in indicazioni puntuali andrà realizzata dal Governo nei decreti delegati, da promulgare entro gennaio 2024. Tre gli obiettivi che intendono affrontare le criticità di fondo del tema “anziani”.
GLI OBIETTIVI
- costruire un settore unitario e specifico del welfare, così da superare l'attuale caotica frammentazione delle misure e riconoscere l'importanza di questo ambito per la società italiana;
- definire nuovi modelli di intervento, progettati a partire dalle condizioni di anziani e famiglie e, quindi, in grado di rispondere opportunamente alle loro complesse esigenze;
- incrementare sensibilmente i finanziamenti pubblici dedicati, per superare l'attuale ridotta disponibilità di risorse.
ASSISTENZA A DOMICILIO E NUOVE MODALITÀ DI SOSTEGNO
Sul fronte della domiciliarità, la legge introduce servizi pubblici appositamente ideati per gli anziani non autosufficienti, di durata adeguata a una condizione che può estendersi per anni mentre oggi sono erogati per lo più per 2-3 mesi.
Poi è previsto un mix di interventi, con la possibilità di fruire di una pluralità di servizi medico-infermieristici-<wbr/>riabilitativi, di sostegno alle attività fondamentali della vita quotidiana dell'anziano e di affiancamento ai familiari.
Quanto ai benefici economici, l'indennità di accompagnamento viene trasformata nella prestazione universale per la non autosufficienza e la possibilità di riceverla continua a dipendere dal bisogno di assistenza dell'anziano indipendentemente dalle sue condizioni economiche.
Oggi tutti i percettori di indennità ricevono la stessa cifra (527 euro mensili) che rappresenterà il livello minimo della prestazione. Il suo ammontare sarà graduato al rialzo per chi ha più bisogno di assistenza. I beneficiari possono scegliere tra due opzioni: un contributo economico senza vincoli d'uso, come è oggi per l'indennità o la fruizione di servizi alla persona da gestori privati, pubblici o badanti regolarmente assunte e in questo secondo caso si ha una maggiorazione dell'importo.