Manovra: bene alcune misure male "opzione donna" se diventa "opzione mamma"
In attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio il patronato della Cia-Agricoltori italiani commenta alcune misure che dovrebbero essere in essa contenute
Una “legge di Bilancio” condizionata dalle risorse limitate e da tempistiche di elaborazione anguste. Tuttavia alcune misure che dovrebbero essere contenute nella Manovra di prossima approvazione, anticipate sommariamente dal Premier Giorgia Meloni, e comparse in qualche bozza circolata, fanno intravedere, se non altro, la volontà di individuare misure che possono attenuare, seppur in parte, il disagio del tessuto sociale del Paese. Questo un primo commento del patronato Inac-Cia per voce del presidente Alessandro Mastrocinque, che parla di alcune misure con “una traiettoria coerente” su alcune proposte di welfare e sistema pensionistico che avvicinano ai desiderata della nostra organizzazione. La quota 103 -evidenzia il presidente di Inac-Cia- non è sicuramente una soluzione risolutiva ma forse è anche l’unico meccanismo percorribile, in questa fase, prima di metter mano in modo strutturale alla riforma complessiva del sistema pensionistico, che mostra da tempo falle e ingiustizie. Se si vuole vedere il bicchiere mezzo vuoto -dice Mastrocinque- si può parlare di un piccolo sconto sul periodo d’uscita dal lavoro, si parla di aver introdotto un differenziale tra i 42 anni e 10 mesi contributivi, previsti ora per l’uscita anticipata degli uomini (di 41 e 10 mesi per le donne) alla proposta di 41 per tutti, sostanzialmente una riduzione di un anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne. Bene anche le proroghe di Opzione Donna e Ape sociale per i mestieri usuranti, che -ribadisce Mastrocinque- andrebbero migliorate entrambe e rese strutturali. L’opzione donna, nel caso di specie, sarebbe una misura condivisibile al 100 per 100, non fosse per la fortissima penalizzazione, in termini di consistenza dell’assegno pensionistico destinato a chi aderisce alla misura e soprattutto stride ciò che si paventa per quanto attiene ai requisiti che prevederebbe un vantaggio per donne con figli, rispetto a quelli senza prole. Qualcosa -rileva Mastrocinque- che non abbiamo difficoltà a definire discriminatorio, perché molte donne non hanno figli per una scelta, che va sempre rispettata, e altre però non ne hanno potuti avere: per queste al danno si aggiunge la beffa. Tra l’altro, l’esiguo numero di donne che chiede, ogni anno, questo diritto dovrebbe far riflettere sul fatto che non viene percepita come un’opportunità. La conferma, con qualche elemento che possiamo definire migliorativo, che è stato previsto dell’assegno unico per la famiglie, incontra il nostro apprezzamento -ha chiosato il presidente di Inac-Cia- che sottolinea anche la positività per la rivalutazione delle pensioni che si concretizzerà dal prossimo 1 gennaio 2023. Quest’ultima questione non attiene alla manovra ma è un fatto positivo per molte persone, ed è stato introdotto anche un ragionevole metodo di attribuzione delle percentuali per fasce di consistenza degli assegni, privilegiando quelle più basse che percepirà un aumento pieno del 7,3 per cento, percentuale che andrà a ridursi per le pensioni più consistenti.