Pensioni, gli aumenti slittano a marzo: assegni oltre quattro volte il minimo
L'Istituto di previdenza rivaluta i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo, coinvolti nelle fasce di perequazione previste dalla legge di bilancio 2023
Le ultimissime informazioni divulgate dall'Istituto annunciano che l'adeguamento del calcolo da gennaio sarebbe stato impossibile, e che la scelta è ricaduta sul congelamento, riconoscendo gli aumenti solo a chi era stato rivalutato al 100%. Gli altri percettori invece, vedranno l'aumento del cedolino a marzo, con il riconoscimento degli arretrati anche dei mesi precedenti.
COSA ACCADE A CHI HA OTTENUTO LA RIVALUTAZIONE AL 2% SCATTATA GIÀ NELL'ULTIMO TRIMESTRE
Molti pensionati (i titolari di assegni inferiori a 2.692 euro lordi) comunque avevano già ricevuto nell'ultimo trimestre del 2022 un anticipo della quota di rivalutazione pari al 2% di quanto sarebbe spettato da gennaio 2023. Questi ultimi devono scorporare dal cedolino la quota di aumento che avevano già ottenuto e poi applicare il tasso di rivalutazione spettante per ogni fascia pensionistica:
- fino a 5 volte il TM (circa 2.625 euro lordi): 85% (aumento 6,2%)
- tra 5 e 6 volte il TM (tra 2.625 e 3.150 euro lordi): 53% (aumento 3,8%)
- tra 6 e 8 volte il TM (tra 3.150 e 4.200 euro lordi): 47% (aumento 3,4%)
- tra 8 e 10 volte il TM (tra 4.200 e 5.250 lordi): 37% (aumento 2,7%)
- oltre 10 volte il TM (oltre 5.250 euro lordi): 32% (aumento 2,3%)
Inps spiega di avere completato le operazioni della rivalutazione e che dal 1° marzo 2023 anche i trattamenti superiori a quattro volte il minimo vedranno applicata la rivalutazione secondo le previsioni della Finanziaria 2023.
Gli aumenti avverranno per scaglioni complessivi di importo (non per fasce progressive) con erosione, pertanto, del potere d’acquisto piuttosto sensibile considerando l’attuale tasso di inflazione (+7,3%).
ATTESA PER L'AGGIORNAMENTO DELLE PENSIONI MINIME
Si attende l'aggiornamento delle pensioni minime con il riconoscimento della rivalutazione straordinaria dell’1,5% (6,4% per i pensionati con almeno 75 anni), e che raggiungeranno quindi, i 572€ al mese, ovvero 600€ gli ultra 75enni.