Reddito di cittadinanza, crollano le domande del 65% e centomila nuclei perdono i requisiti
Inps registra appena 2 mila domande nei primi mesi del 2023. Ma dietro questo sostanziale indebolimento della misura di sussidio c'è il ritardo nella presentazione della Dsu e una ripresa dell' occupazione
Nel bimestre di quest'anno sono state 90.287 le richieste rispetto alle 261.378 del 2022 (- 65,23%).
Il trend di caduta libera emerge anche per i nuclei familiari percettori: a febbraio erano 1.001.743 contro i 1.169.203 di gennaio o i 1.213.789 di febbraio 2022, con una flessione rispettivamente del 14,37% e del 17,48%.
LA SCADENZA DELLA DSU HA IMPEDITO A MOLTI DI PRESENTARE DOMANDA
Entro gennaio doveva essere presentata la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) per ottenere o mantenere il beneficio. Ma non si esclude che in molti non abbiano fatto in tempo. Già dall'estate 2022 si registra una progressiva diminuzione di nuove richieste e il numero di richiedenti si è ormai assestato: chi aveva i requisiti per fare domanda lo ha già fatto.
IN FLESSIONE ANCHE LA SPESA MENSILE
Diminuisce anche la spesa mensile che a febbraio è stata di 576,3 milioni,contro i 657,8 milioni di gennaio
I NUOVI PROVVEDIMENTI SUL RESTRINGIMENTO DEI BENEFICIARI E IL TERMINE DELLA MISURA ENTRO L'ANNO SCORAGGIANO POSSIBILI FRUITORI
La misura è in scadenza a fine anno, il Governo ha annunciato che da gennaio 2024 non ci sarà più il Reddito di cittadinanza che sarà sostituito da un nuovo strumento. La parziale stretta è anche un condizionamento psicologico. Gli “occupabili” quest’anno possono averlo solo per sette mesi. Ma trattandosi di flussi di domande arrivate all’Inps, il numero di febbraio possa essere rivisto al rialzo nelle prossime settimane.
I SEGNALI DI RIPRESA OCCUPAZIONALE
La flessione sulla richiesta del sussidio è anche l’effetto della ripresa del mercato del lavoro, che ha segnato una crescita del numero degli occupati: tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100mila posti di lavoro al netto delle cessazioni. Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, del Ministero del Lavoro e dell’Anpal, l’incremento è superiore al doppio di quello del bimestre precedente e maggiore di circa un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia.
DIMINUISCONO GLI INATTIVI
Anche i dati Istat sugli occupati fotografano la stessa situazione. A gennaio si contavano 35mila occupati in più di dicembre 2022 e 459mila in più di gennaio 2022.
Il numero di persone in cerca di lavoro cresce su base mensile di 33mila unità a gennaio, perché molti inattivi si sono attivati per cercare lavoro. Tra questi una parte ha trovato un’occupazione e un’altra parte invece è finita tra i disoccupati.
CIRCA CENTOMILA NUCLEI HANNO PERSO I REQUISITI PER IL SUSSIDIO
La spinta dell’occupazione potrebbe aver prodotto l’alto numero di percettori del Rdc che hanno perso automaticamente il sussidio. Sono 99.998 nuclei familiari, che si stima abbiano perso i requisiti reddituali per ottenerlo. Per avere un termine di paragone in tutto il 2022 erano stati 314.26.
Sul calo di domande potrebbe anche pesare anche l’aumento dei controlli e quindi delle domande rifiutate, considerando che i nuclei revocati dal diritto nel bimestre sono stati 21.598 (in tutto il 2022 erano stati 72.768).