Istat, popolazione in calo di un milione di persone in meno in 4 anni, ma aumentano i flussi migratori
Mastrocinque: investire su incentivi alla natalità e allargare le maglie della regolarizzazione per il sistema previdenziale e fiscale, anche per rispondere alla domanda di badanti e braccianti agricoli
Il presidente del Patronato INAC-Cia Alessandro Mastrocinque legge i dati licenziati dall' Istat in merito all'ulteriore calo demografico registrato in Italia dal 2018: sotto i 59 milioni. L'Istat rivela che negli ultimi tre anni è stata determinata la perdita di popolazione pari alla città di Napoli.
CRISI SANITARIA E INCERTEZZE ECONOMICHE DETERMINANTI PER IL PICCO REGISTRATO OGGI
"L'incremento della popolazione anziana che percepisce la pensione è maggiore di quella che lavora. Tale per cui i contributi versati dai lavoratori utilizzati per chi è fuori dal mondo del lavoro non sono sufficienti. Il patto intergenerazionale siglato per mandare avanti il meccanismo dell'assistenza non è più sostenibile. La rarefazione delle risorse inoltre non è compensata da una presenza stabile dei servizi pubblici essenziali, che hanno visto uno svuotamento complessivo a favore del privato" aggiunge Mastrocinque.
I nati sono risultati di 392.598 (-1,9%), rispetto ai 400.249 del 2021, anche se con lievi segnali di recupero al Sud. I decessi restano ancora su livelli elevati, anche per effetto dell'incremento registrato nei mesi estivi a causa del caldo eccessivo. In aumento i movimenti migratori, rispetto agli anni della pandemia, anche a causa degli effetti della crisi bellica in Ucraina: sono 360.685 le iscrizioni in anagrafe dall'estero.
REGOLARIZZARE L'IMMIGRAZIONE PER CONSENTIRE A CHI ARRIVA DI PAGARE TASSE E PENSIONI
Per il rappresentante dell'Inac è necessario adottare misure di "compensazione demografica", quindi misure di integrazione per sare anche nuova linfa alla forza lavoro che alimenta il pagamento delle pensioni. "Abbiamo due strade da percorrere per arginare la desertificazione: incentivare la natalità adeguando il welfare, rafforzando le politiche per la famiglia, incentivando assunzioni e offrendo garanzie di futuro ai giovani. E in concomitanza, promuovendo l'Italia come meta di arrivo e non di passaggio temporaneo per quanti varcano il confine" sottolinea. "Abbiamo due strade da percorrere per arginare la desertificazione: incentivare la natalità adeguando il welfare, rafforzando le politiche per la famiglia, incentivando assunzioni e offrendo garanzie di futuro ai giovani. E in concomitanza, promuovendo l'Italia come meta di arrivo e non di passaggio temporaneo per quanti varcano il confine" sottolinea.
PER COLF E BADANTI FLUSSI CHIUSI DA 12 ANNI
Il presidente rileva come il mercato del lavoro domestico italiano abbia forte bisogno di manodopera aggiuntiva, soprattutto dall’estero. Basti pensare che su 961mila domestici regolari censiti dall’Inps nel 2021 (ma il settore conosce forti sacche di irregolarità) 672mila erano stranieri (circa il 70%) e di questi ben 514mila provenienti da paesi non comunitari. Nonostante questo manca una stima del fabbisogno del settore.
"Oggi le famiglie hanno grandi difficoltà a trovare personale disposto ad occuparsi di anziani, disabili e non autosufficienti, le cosiddette badanti" conclude.