Lavoro a termine, cambiano i contratti per 3 milioni di persone: dopo 12 mesi scatta l'obbligo della causale
Le modifiche in arrivo sul Decreto Lavoro che potrebbero essere approvate in toto in occasione del Consiglio dei Ministri del prossimo 1° maggio, si preparano a interessare una vastissima platea di lavoratori
Il provvedimento riscrive la disciplina delle causali, che potranno essere stabilite innanzitutto dai contratti collettivi (nazionali, territoriali e aziendali). Si tratta di una pratica già diffusa per i contratti del settore tessile-abbigliamento, artigiani dell’alimentare, pelletteria, cartai e lavanderie industriali.
Si ricorda che in generale, la acausalità sta a significare l'assenza di ogni motivazione o ragione che giustificano l'utilizzo del rapporto a tempo determinato anziché di quello a tempo indeterminato.
Secondo le stime, su 3,59 milioni di contratti a termine in corso, sono 2,99 milioni quelli con una durata fino a 12 mesi, dopo la quale scatta l’obbligo di inserire la causale. Ovvero la motivazione che giustifica il ricorso al lavoro a tempo determinato (l’obbligo è previsto sempre in caso di rinnovo del contratto e dopo i primi 12 mesi in caso di proroga).
LE COMMISSIONI DI CERTIFICAZIONE DOVRANNO APPROVARE LE CAUSALI
Solo in assenza di una disciplina nella contrattazione collettiva, i datori di lavoro e i lavoratori potranno individuare «specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva» per ricorrere al lavoro a termine, facendo approvare queste causali dalle commissioni di certificazione costituite presso gli enti bilaterali, le direzioni provinciali del lavoro, le università, il ministero del Lavoro o i consigli provinciali dei consulenti del lavoro.
L'introduzione della causale è motivata dal fatto che già oggi si ammette per legge che si ricorre al contratto a termine per la sostituzione di altri lavoratori.
QUALI SONO LE CAUSALI DEL CONTRATTO A TERMINE?
Ad oggi, le causali che possono essere addotte dal datore di lavoro sono le seguenti: a) esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività; b) esigenze di sostituzione di altri lavoratori; c) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria.
QUANTO PUO' DURARE AL MASSIMO UN CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO?
Con il Decreto Dignità 87 2018 , il numero di proroghe o rinnovi possibili scende da 5 a 4, sempre entro una durata massima complessiva di 24 mesi. Qualora il numero delle proroghe sia superiore, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della quinta proroga.
COSA SIGNIFICA "CONTRATTO SENZA OPBBLIGO DI CASUALE"
Ad oggi l'azienda può sottoscrivere dei contratti a termine senza averne specifico motivo e senza che vi sia possibilità da parte del giudice di sindacare il tipo di scelta effettuata dall'azienda stessa. L'introduzione della causale obbliga le aziende a motivare la sottoscrizione di specifici contratti per i lavoratori.