Pensioni in aumento da luglio: 600 euro per chi ha più di 75 anni. 36 euro in piu' al mese per 1,3 milioni di persone
Il 21,2% delle pensioni erogate è al di sotto dei 500 euro. La eccezionale rivalutazione delle pensioni notificata dalla Legge di Bilancio, a cui si sarebbe sommata quella ordinaria dovuta alla galoppante inflazione sarebbe dovuta partire da gennaio
Il 21,2% delle pensioni erogate è al di sotto dei 500 euro. La eccezionale rivalutazione delle pensioni notificata dalla Legge di Bilancio, a cui si sarebbe sommata quella ordinaria dovuta alla galoppante inflazione sarebbe dovuta partire da gennaio, ma gli aumenti che dovevano arrivare sono rimasti incastrati tra gli ingranaggi della burocrazia dell'Inps. Intanto l'istituto pubblica i dati dell'osservatorio relativi al numero di persone che percepiscono l'assegno pensionistico minimo e consegna agli addetti ai lavori un quadro esaustivo sul rischio povertà per una importante fascia della popolazione.
PENSIONI IN AUMENTO, LE RIVALUTAZIONI IN VIA DI APPLICAZIONE
Applicata la rivalutazione ordinaria, al tasso del 7,3%, è stato portando il minimo da 525,38 euro (31 dicembre 2022) a 563,74 euro (1° gennaio 2023). Mentre la rivalutazione eccezionale è prevista, nel 2023, al tasso dell'1,5% per i pensionati d'età inferiore a 75 anni e del 6,4% per quelli con almeno 75 anni d'età (nel 2024 è prevista al 2,7% per tutti i pensionati).
Questo significa che per quest'anno gli assegni minimi per gli ultra 75enni salgono a 599,82 euro, mentre per gli altri a 572,20. Resta un miraggio l'obiettivo di legislatura di arrivare a quota mille euro per tutti i trattamenti minimi. Ad oggi si ipotizza che gli aumenti potrebbero scattare da luglio, ma a condizione che tutti gli adempimenti vengano realizzati entro i primi di giugno. È certo invece, il pagamento degli arretrati che saranno inglobati nella prima data utile di erogazione della rata mensile. Entro il 10 giugno l’Inps chiuderà i calcoli per assegnare gli incrementi differenziati in base all’età.
PENSIONI IN AUMENTO, OSSERVATORIO INPS SULLE MINIME: 11,5 MILIONI PERCEPISCE MENO DI MILLE EURO
Secondo recenti dati pubblicati dall’Istituto di Previdenza, del totale dei trattamenti pensionistici erogati nel nostro paese nel corso di quest’anno – circa 17,7 milioni – il 65% (corrispondente ad oltre 11,5 milioni) ha un ammontare al di sotto dei 1.000 euro. Ma il dato cresce addirittura al 78,7% se si considerano le sole pensioni versate alle donne.
I numeri indicati dall’Osservatorio Inps escludono le pensioni degli impiegati pubblici. Ma il dato più allarmante sollevato dall'Istituto è che il 21,2% delle pensioni nel complesso è al di sotto dei 500 euro, dato che cresce al 23,2% per le donne.
Si tratta di un dato che conferma la spia da tempo accesa dal Patronato Inac-Cia, che denuncia l'esposizione al rischio di povertà e indigenza per milioni di pensionati che hanno lavorato duramente per una vita e a cui non viene riconosciuta una pensione dignitosa.
PENSIONI IN AUMENTO, FINO A 600 EURO PER LE MINIME, I TIMORI ESPRESSI DAL PATRONATO
La maggiorazione a 600 euro delle pensioni minime non risolve la questione portata al tavolo dal Patronato Inac-Cia, in quanto non consente la tutela del potere di acquisto delle famiglie. La novità è prevista nell’ultima manovra e mira ovviamente a garantire un maggior sostegno economico a chi non ha conseguito i requisiti previdenziali per trattamenti di ammontare più consistente.