Pensioni, i conti del def allontanano ipotesi quota 41
Si allungano i tempi per la riforma previdenziale. Il Documento di Economia e Finanza chiude la strada a Quota 41, ovvero all'ipotesi di uscita dal lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica
Il Governo è costretto ad allungare i tempi per la riforma previdenziale, alla luce dell' impennata del costo delle pensioni, che Secondo il Documento di Economia e Finanza sarebbe passata dai 268,5 miliardi del 2018 ai 317,9 miliardi stimati per quest'anno. Questo ridurrebbe anche gli spazi di finanza pubblica per nuovi interventi.
Il rapporto tra uscite pensionistiche e Pil, che cinque anni fa sarebbe stato al 15,2%, nel 2024 si ipotizza che potrebbe salire al 16,2%. Il rinvio di Quota 41 apre di fatto la strada per il 2024 a una nuova “misura-ponte. Tra le ipotesi ci sono la proroga di Quota 103, al momento prevista fino al 31 dicembre 2023, magari in versione rivisitata e il rafforzamento del meccanismo della staffetta generazionale.
NEL 2025 SI PREVEDE UNA SPESA DI 35O MILIARDI
Secondo le stime del Def la spesa pensionistica salirà. Dai 268,5 miliardi del 2018, l'anno che ha preceduto l'avvento di Quota 100, ai 317,9 miliardi stimati del Def per quest'anno, per poi arrivare a 350, 9 miliardi nel 2025 e a 361,8 miliardi nel 2026. La spesa nel prossimo biennio crescerà al ritmo del 7,1 per cento.
SI ALLONTANA L'IPOTESI QUOTA 41, CHE DIVENTA UN OBIETTIVO DI LEGISLATURA
L'andamento della spesa e le scarse risorse a disposizione del Governo per nuovi interventi rallentano la marcia verso Quota 41 caldeggiata dalla maggioranza. Si esclude l' ipotesi di varare a breve una riforma in tal senso, ma l'uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica diventa un obiettivo di legislatura. Il cosiddetto "cantiere pensionistico" è rinviato dopo l'estate.
UN DDL COLLEGATO PER LE NUOVE MISURE
I l Governo ha annunciato l'inserimento tra i disegni di legge da “collegare” alla prossima manovra un provvedimento sulle pensioni. Ma per il “dopo Quota 103”, che si dovrebbe esaurire il 31 dicembre del 2023, con tutta probabilità si dovrà intervenire con la prossima legge di bilancio autunnale, anche sulla base delle indicazioni che arriveranno dall'Osservatorio per monitorare la spesa previdenziale, attivato dalla stessa Calderone.
QUASI CERTA LA PROROGA DI QUOTA 103 E LA STAFFETTA GENERAZIONALE
A questo punto si afferma l'ipotesi che per il prossimo anno il Governo utilizzi una nuova “misura ponte”, come è già accaduto per Quota 100, Quota 102 e Quota 103. Proprio la proroga di Quota 103, magari in forma rivisitata, è una delle ipotesi sul tavolo. Intanto il Ministero lavora per rafforzare il meccanismo della staffetta generazionale, con un maggiore utilizzo del part time per i lavoratori in prossimità della pensione. Una soluzione che potrebbe rappresentare un primo passo in direzione della riforma che verrà, costi permettendo.