Ritocco delle pensioni minime, opzione donna e quota 103 al palo. si rinvia a settembre
Il tentativo di utilizzare una parte della dote destinata al taglio del cuneo per irrobustire ulteriormente i trattamenti più bassi e allentare la stretta sul canale di uscita anticipata per le lavoratrici non trova sponda
Le questioni sono rinviate a settembre in vista della prossima Legge di Bilancio. L'innalzamento delle pensioni minime, come la modifica di Opzione Donna e Quota 103 non hanno trovato spazio nel decreto legge sul nuovo taglio del cuneo fiscale. Ma la partita resta aperta e si considera soltanto rinviata in quanto insiste la risoluzione sul Def approvata dal Parlamento, che prevede lo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi, per spianare la strada con la prossima manovra autunnale a un intervento per alzare l'importo dei trattamenti pensionistici più bassi. Non solo. La risoluzione sul Def invita l'esecutivo a valutare con la prossima legge di bilancio anche un rafforzamento delle pensioni di invalidità.
Spetterà sempre alla prossima Manovra la configurazione di Opzione Donna per il 2024, così come indicato anche dalla Ministra Calderone, e di definire il percorso di Quota 103, che potrebbe essere prorogata in vista di una più ampia riforma pensionistica. Mentre si attendono i lavori dell'Osservatorio allestito dal Ministero del Lavoro, il titolare del Dicastero dell'Economia Giorgetti conferma che al momento non esistono spazi per una riorganizzazione del sistema previdenziale. In una intervista rilasciata a Il sole 24 Ore afferma testualmente che «non esiste una riforma compatibile con la nostra situazione demografica».
PENSIONI MINIME, L'ASSEGNO SALE A 602 EURO PER GLI OVER 65 PER EFFETTO DELL'INFLAZIONE DESTINATA A SALIRE
Con le misure introdotte dall'ultima legge di bilancio, i trattamenti pensionistici al minimo sono saliti nel 2023, per effetto dell'indicizzazione degli importi all'inflazione (7,3% quella indicata fin qui dall'esecutivo per il 2022) e dell'ulteriore rafforzamento deciso dal Governo, a 599,82 euro mensili per gli over 75 e a 572,20 euro per gli altri pensionati aventi diritto.
Ma l'assegno è già automaticamente destinato a lievitare ancora perché il tasso di inflazione per il 2022 è alla fine risultato pari all'8,1% e non al 7,3%. Pertanto, gli assegni degli «over 75» dovranno arrivare a quota 604,28 euro e quelli degli altri pensionati aventi diritto a 576,45 euro attraverso il pagamento degli arretrati. Questi ultimi potrebbero essere versati a conguaglio a gennaio 2024 se il Governo non riuscirà ad anticiparli.
OPZIONE DONNA NON RISCUOTE SUCCESSO: L'INPS REGISTRA 151 LAVORATRICI PER IL PRIMO TRIMESTRE 2023 A FRONTE DELLE 4.185 DEL 2022
L'inasprimento dei requisiti introdotti dall'ultima legge di bilancio per Opzione Donna hanno drasticamente ridotto la platea delle beneficiarie. Dal monitoraggio dell'Inps sui flussi di pensionamento è emerso che nei primi tre mesi del 2023 a scegliere questo canale per l'uscita anticipata, vincolato al ricalcolo contributivo dell'assegno, sono state soltanto 151 lavoratrici, mentre nel 2022 erano state 4.185.
I tentativi di ritoccare Opzione Donna ed allentare la stretta sui requisiti si sono scontrati con i conti del Mef. La misura di pensionamento anticipato rimarrà inalterata fino al 31 dicembre prossimo, in attesa della nuova Legge di Bilancio.
L'INCOGNITA RIFORMA PENSIONISTICA APRE LA STRADA ALLA PROROGA DI QUOTA 103
Il riassetto del sistema previdenziale è sempre più lontano. Le dichiarazioni del Ministro dell'Economia sull'impossibilità di procedere ad una riforma pensionistica perchè incompatibile con la nostra situazione demografica devono fare i conti anche con le nuove priorità già individuate per il prossimo autunno. Il Governo mira a rendere strutturale il taglio del cuneo, avviare la riforma fiscale magari insieme a una detassazione delle tredicesime e adottare misure in ottica natalità.
Svanisce l'ipotesi di Quota 42, ma resta in piedi Quota 103, che in assenza di una misura ponte in attesa della riforma, appare l'unica strada percorribile per tutto il 2024. Non si esclude intanto, che il tavolo sulla previdenza che è stato congelato a febbraio dalla Ministra Calderone possa riaprire i lavori e licenziare una proposta prima di ottobre.